Autonomia, nuovo stop. Palazzo Chigi: “Nessuna riunione”. Sempre più in dubbio il cdm di giovedì

Rallenta ancora l’iter dell’autonomia differenziata. Nonostante le accelerazioni e le bordate polemiche della Lega, e in particolare dei governatori di Veneto e Lombardia, si registra un nuovo stop. Non ci saranno i due vertici previsti per oggi – uno tra il premier Giuseppe Conte e i ministri Stefani e Bonisoli, l’altro tra il presidente del Consiglio e gli esperti dell’Economia. Ufficialmente per motivi di agenda.

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“Incontri per ora non sono in programma: questa ipotesi non si è concretizzata non per motivi politici ma per ragioni di agenda”, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi. E a questo punto anche il consiglio dei ministri ad hoc possibile per la giornata giovedì appare improbabile.

D’altra parte il vicepremier M5S, Luigi Di Maio, continua a insistere: “L’autonomia si farà, ma il paese resti unito. L’autonomia non deve danneggiare le regioni del centro sud, senza togliere soldi agli altri e garantendo quei meccanismi di solidarietà che sono mancati in tutti questi anni. Cogliamo allora l’occasione dell’autonomia a Lombardia e Veneto per creare il fondo di perequazione e livelli essenziali di prestazione che aiuteranno tante regioni in Italia ad avere servizi migliori”. E a proposito di regioni meridionali, Di Maio chiede un dialogo anche con i governatori del Sud. L’allarme però cresce: “L’unità del Paese è a rischio”, dice il governatore campano Vicenzo De Luca. “Qui rischiamo non solo l’unità d’Italia ma il declino del Mezzogiorno d’Italia”.

Il tema vero è quello finanziario, con la Lega contraria al fondo di perequazione fondamentale invece per i Cinquestelle. E poi c’è il passaggio parlamentare. Anche ieri il presidente della Camera Fico ha ribadito che è ineludibile. I tempi insomma potrebbero essere lunghissimi. Una garanzia per chi punta a evitare elezioni a breve. Salvini in questo momento deve fare i conti con l’ira dei governatori del Nord ma ha anche altre priorità: l’approvazione del decreto sicurezza bis, Moscopoli, il caso Siri-Arata. Su questo Di Maio dice: “Non ho ragione di dubitare di Salvini, ma credo che questi temi richiedano il massimo della chiarezza. È quello che ho chiesto anche alla magistratura”.

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