OPENING venerdì 22 settembre 2023, Museo della Ceramica a Salerno

Narda Zapata “SUSSURRI E GRIDA”

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Il Museo della ceramica Alfonso Tafuri, in collaborazione con la Fondazione Filiberto e Bianca Menna, il Lavatoio Contumaciale, il Tomav e Arteam Cup, sono lieti di annunciare Sussurri e Grida, un progetto speciale di Narda Zapata che si terrà negli spazi del Museo Tafuri di Salerno, in vicolo Cassavecchia 3, dal 22 settembre al 30 novembre 2023, quale premio vincitore – sezione fotografia – della 7a edizione di Arteam Cup (concorso ideato dall’Associazione Culturale Arteam) tenutasi a Savona, nel Palazzo del Commissario, sulla Fortezza del Priamàr.

Muovendosi in punta di piedi nella collezione Alfonso Tafuri, Narda Zapata (La Paz, 1981) disegna un percorso alla ricerca di opere realizzate appositamente per lo spazio e legate ad alcuni prestigiosi manufatti che richiamano alla memoria la forza e la fragilità di un materiale sorprendente, capace di attraversare il tempo e di conservare, anche se in alcuni casi maltrattato, il suo lucido splendore. 

“L’artista è entrata con discrezione tra le mura di pietra di questo museo che fin dall’ingresso ci chiede non di salire, imponendoci la sua autorevolezza con una posizione di dominio, ma di scendere, di scoprire per progressiva immersione la meraviglia dei suoi racconti di terracotta e di colorato smalto. Narda Zapata, che ha già incontrato la ceramica in Bolivia, di questa materia conosce tutta la forza e la debolezza, qualità che si espongono senza enfasi nelle teche e sulle pareti della Collezione Tafuri, i cui oggetti si offrono con la semplicità che appartiene non al superfluo ma a ciò che è necessario alla vita, ai gesti quotidiani, all’abitare e ai suoi riti. Il rumore di piatti infranti – Le grida della ceramica – diffuso nella sala d’ingresso del museo è così non solo un richiamo alla fragilità della ceramica, pur tanto resistente da affrontare le temperature siderali dei viaggi nello spazio, ma è anche un riferimento alle passioni contraddittorie che muovono il gesto distruttore.” ( dal testo di Stefania Zuliani)