Nuovo vaccino contro il Papilloma Virus: forte risposta immunitaria.

Lo studio e le fasi della ricerca. Il 90% delle donne e degli uomini sessualmente attivi entra in contatto con il Papilloma Virus durante la propria vita e questo può divenire la causa dell’insorgenza di diversi tipi di tumore dell’epitelio anogenitale come quello della cervice uterina, che ancora oggi causa migliaia di morti nel mondo ogni anno.

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Esistono più di 200 serotipi diversi di HPV in grado di infettare l’uomo e molti di questi sono direttamente correlati con un alto rischio di sviluppare tumori. Proprio tale eterogeneità rende il Papilloma Virus estremamente difficile da combattere. I vaccini contro l’HPV attualmente presenti sul mercato si basano sulla proteina più espressa del capside virale, ovvero la proteina L1; tuttavia, nonostante la loro dimostrata efficacia, sono serotipo-specifici e non garantiscono una cross-protezione efficace. Allo scopo di far fronte e superare queste limitazioni i ricercatori del team Vaccibiome, sfruttando un’innovativa piattaforma di proprietà di BiOMViS basata su OMVs rilasciate da ceppi di E. coli geneticamente riprogrammati tramite approcci di synthetic biology, hanno sviluppato un vaccino basato sull’impiego di porzioni della proteina L2 di HPV che risulta molto più conservata tra i vari serotipi rispetto a L1.

Sono vaccini basati sulla combinazione dell’antigene L1 appartenente a diversi serotipi del virus nel tentativo di ampliarne lo spettro di protezione, ma essendo L1 poco conservata tra i vari membri della famiglia del virus, ad oggi molti ceppi tumore correlati restano scoperti dalla vaccinazione. I vaccini disponibili sono, inoltre, complessi dal punto di vista della produzione industriale e richiedono una specifica catena del freddo. Caratteristiche queste, che li rendono costosi e inaccessibili alle popolazioni dei Paesi in Via di Sviluppo. “I risultati preclinici di questo vaccino rappresentano per noi un grande traguardo, merito come sempre di tutto il gruppo di ricercatori coinvolti nelle nostre attività – commenta Alberto Grandi, ricercatore del gruppo Vaccibiome di TLS e CSO di BiOMViS – Abbiamo avuto un’ulteriore conferma dell’efficacia della piattaforma che abbiamo sviluppato in questi anni”.